Trieste: visita ai ricordi degli Esuli

Visita guidata ai Magazzino 18 e 26 presso il nuovo polo museale. Prossima data: giovedì 25 novembre ore 16.30

L’IRCI – Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata di Trieste informa della Terza visita guidata, gratuita e aperta al pubblico alla nuova sistemazione del Magazzino “18  e al Magazzino “26”  del primo nucleo museale nel costituendo nuovo civico museo della civiltà istriana fiumana dalmata nel quale sono conservate le masserizie degli esuli.

La  prenotazione per la visita è obbligatoria entro il giorno prima in quanto i posti sono limitati ad un massimo di 30 persone: Per informazioni contattare  il numero 040 639188 o inviando una mail (irci@iol.it). Il ritrovo per la visita posto davanti al “Magazzino 26” presso l’area museale. La visita verrà effettuata nel rispetto della normativa vigente (mascherina, distanziamento e green pass).

(nella foto una veduta dal mare del Magazzino 26)

Targa per Norma Cossetto nella giornata contro la violenza sulle donne

Stresa ricorda Norma Cossetto, giovane studentessa che nell’ottobre del ’43 perse la vita nella foiba di Villa Surani ad appena ventitré anniGiovedì 25 novembre, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, l’amministrazione del comune sul Lago Maggiore dedicherà alla Cossetto una targa commemorativa, come simbolo del brutale genocidio delle foibe, partecipando all’iniziativa proposta dal Comitato 10 Febbraio.

La commemorazione avrà luogo alle 10.30 al monumento della Vela davanti al giardino pubblico del lungolago, dove sarà benedetta la Targa con breve discorso celebrativo. 

Enrico Miletto racconta il Novecento di confine

Avrà luogo sabato prossimo 20 novembre a Torino e nel contempo segnerà la riapertura autunnale delle attività del Circolo culturale profughi e rimpatriati di via Parenzo, la presentazione del libro “Novecento di confine – L’Istria, le foibe, l’esodo”, di Enrico Miletto. L’evento, al quale interverrà l’autore, è a cura del Circolo e della sezione torinese dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. Enrico Miletto è docente in Storia contemporanea presso il Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere e Culture Moderne dell’Università di Torino, ricercatore all’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti”, membro della Fondazione Vera Nocentini e collaboratore dell’Isrsc Bi-Vc.

Autore di contributi in riviste e opere collettanee, ha pubblicato, tra gli altri: “Gli italiani di Tito. La Zona B del Territorio Libero di Trieste e l’emigrazione comunista in Jugoslavia 1947-1954 (2019)”; “Istria allo specchio. Storia e voci di una terra di confine” (2007); “Con il mare negli occhi. Storia, luoghi e memorie dell’esodo istriano a Torino” (2005). È inoltre curatore di “Senza più tornare. L’esodo istriano, fiumano e dalmata e gli esodi nell’Europa del Novecento” (2012), si occupa da tempo delle vicende legate al confine orientale d’Italia, con particolare riferimento all’esodo giuliano-dalmata.

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https://lavoce.hr/esuli-e-rimasti-la-voce-del-popolo/enrico-miletto-racconta-il-novecento-di-confine

L’archivio storico dell’Esodo nel progetto Lazio ‘900

Progetto Lazio ’900 – L’Archivio storico della Societa’ di Studi Fiumani in Roma incluso nel nuovo progetto culturale e memoriale che vuole essere una casa archivistica ospitale per gli Istituti di Roma e del Lazio impegnati nella valorizzazione del loro patrimonio documentario, come si legge nel testo di presentazione del progetto stesso.

L’Archivio storico della Societa’ di Studi Fiumani in Roma, già’ dichiarato il 20 febbraio 1987 dalla Soprintendenza archivistica del Lazio, con apposito documento (n. 103111), “di notevole interesse storico”, e quindi sottoposto alla disciplina di tutela prevista attualmente dal Codice dei beni culturali e del paesaggio, è riconosciuto anche dalla L. 92/2004 che istituisce la Giornata del Ricordo in memoria della tragedia delle foibe e dell’esodo dei giuliano-dalmati.

Il patrimonio archivistico

L’Archivio raccoglie materiale molto eterogeneo con particolare riferimento, ma non solo, alla città di Fiume. Vi sono custoditi tre archivi personali, quello di Riccardo Zanella, di Antonio Grossich e di Gian Proda. Molte sono le miscellanee create dai primi conservatori dell’archivio sulla base delle spontanee donazioni di esuli fiumani. Agli studiosi è garantito l’accesso ai fondi, molti dei quali sono stati ordinati. Alcuni fondi sono presenti nella piattaforma on-line Lazio ‘900, da cui sono agevolmente consultabili. L’archivio, in linea generale, è composto da fondi storici e fondi che vengono continuamente implementati grazie a donazioni e acquisizioni. I fondi storici. L’Archivio Museo storico (diretto da Marino Micich) si compone di una esposizione permanente al piano inferiore, e di un archivio, una biblioteca e un’emeroteca al piano superiore.

Ora, il Progetto Lazio’900 vuole essere una casa archivistica ospitale per gli istituti di Roma e del Lazio impegnati nella valorizzazione del loro patrimonio documentario.

La Società di studi fiumani, sorta a Fiume nel 1923 (oggi Rijeka in Croazia), fu ricostituita con il suo Archivio Museo Storico a Roma nel 1960, dopo l’esodo dei fiumani avvenuto in seguito all’occupazione jugoslava della città nel 1945.
La Società cura la conservazione e la valorizzazione di cimeli, documenti archivistici, libri, fotografie, carte geografiche e opere d’arte (prevalentemente quadri di artisti fiumani dal 1700 ai giorni nostri) relativi ai territori giuliano-dalmati ceduti dall’Italia alla Jugoslavia dopo la seconda guerra mondiale, promuove la ricerca storica, organizza seminari di studio, convegni, corsi di aggiornamento per docenti, mostre e conferenze nelle scuole di ogni ordine e grado. 

LEGGI I CONTENUTI DEL PROGETTO https://www.lazio900.it/istituto/societa-di-studi-fiumani/

10 novembre 1975. Italia e Jugoslavia firmano il trattato di Osimo

Il 10 novembre 1975, l’Italia e l’allora Jugoslavia firmarono il trattato di Osimo. Un trattato che in sostanza sancì lo stato di separazione territoriale venutosi a creare nel Territorio Libero di Trieste a seguito del Memorandum di Londra del 1954. In tal modo furono rese definitive le frontiere tra il nostro Paese e la Jugoslavia.

LEGGI UNICUSANO MAGAZINE https://www.tag24.it/279790-accadde-oggi-10-novembre-1975-italia-e-jugoslavia-firmano-il-trattato-di-osimo/

Confine orientale: seminario online per docenti

Seminario di formazione online per docenti – Il Confine orientale nel Novecento: dai contrasti nazionali a frontiera “aperta europea”

Parte a Novembre nei giorni 11 e 19 il Seminario di formazione on line per docenti sul tema “Il confine orientale nel 900 dai contrasti nazionali “aperta europea” organizzato da ANVGD di Bologna, Unione Cattolica Insegnanti Dirigenti Educatori e Culture di confine. In collaborazione con Societa’ di Studi fiumani – Archivio – Museo di Fiume.

Patrocinio dell’Ufficio scolastico Regionale Emilia Romagna e del Ministero dell’Istruzione. Sin da ora sono 110 i docenti iscritti.

 Interventi e relazioni Giuseppe De Vergottini, Luca Alessandrini, Gianni Oliva, Gianni Stelli , Marino Micich.

È richiesta la compilazione di un form online a questo link https://tinyurl.com/corsoanvgd entro il 5 novembre.Il programma completo è scaricabile dal sito: www.uciimbologna.org

L’Esodo degli Sponza da Rovigno

La testimonianza dell’Esodo istriano degli Sponza: Rovigno, Trieste, Udine, Laterina e Torino, 1951 

“Mio papà Antonio, nato a Rovigno nel 1911, ga provà a restar sotto Tito fin al 1951 – ha detto Gabriele Sponza – dopo no iera più possibile, lui era un falegname senza tessere di partito, ma là no iera più possibile, me contava”. Così, con regolare passaporto n. 26.806 “rilasciato per il solo viaggio di rimpatrio” dal Consolato italiano di Zagabria il 13 settembre 1951 la famiglia Sponza inizia l’esodo passando il confine a Sesana ed entrando nel Territorio Libero di Trieste (TLT).

Continua a leggere la storia tramite questo link

https://eliovarutti.blogspot.com/2021/10/esodo-istriano-degli-sponza-rovigno.html?fbclid=IwAR0f8hE-S99YuCw_jKmK9VXO4CeBZen2pIz_K5K6cN-lo8XyQm6of9S5gpY

Veneto: nuovo Protocollo regionale tra Scuole ed Esuli

La Giunta regionale del Veneto approva un nuovo schema di Protocollo di Intesa tra la Regione del Veneto, l’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto e la Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati, per la diffusione, nelle Scuole di ogni ordine e grado della conoscenza delle vicende legate al dramma delle foibe e all’esodo di Italiani dell’Istria e della Dalmazia.

CON Deliberazione n. 1396 del 12 ottobre 2021 (BUR n. 137 del 15 ottobre 2021) la Giunta Regionale del Veneto, approva un nuovo schema di Protocollo di Intesa tra la Regione del Veneto, l’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto e la Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati, per la diffusione, nelle Scuole di ogni ordine e grado e nelle Scuole di Formazione Professionale del Veneto, della conoscenza delle vicende legate al dramma delle foibe e all’esodo di Italiani dell’Istria e della Dalmazia dalle loro terre di origine, per la commemorazione del Giorno del Ricordo e per la valorizzazione del patrimonio culturale storico, letterario e artistico degli Italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia.

LEGGI  IL PROTOCOLLO

https://www.veronanews.net/giorno-del-ricordo-regione-veneto-approvato-nuovo-protocollo-di-intesa-con-usr-e-esuli-istriani/

L’esodo dei Vellenich da Pola a Laterina e il papà ucciso in barca dai titini

Certi istriani hanno vissuto le principali tragedie dell’esodo giuliano dalmata e solo adesso le raccontano, rompendo così i silenzi culturali e politici. La storia ricompare invece ai nostri giorni nelle preziose memorie degli esuli istriani raccolte dal meritevole sito https://evarutti.wixsite.com/website che ne ricompone le tragiche vicende e il  civile, composto contegno nelle dure circostanze dell’esilio.

Siamo partiti da Pola in treno nel 1956, con le opzioni, assieme ad altri italiani – ha detto Silva Vellenich– eravamo mia madre, Giovanna Radman, mia sorella Grazia e mio fratello Mario, non eravamo fascisti, si era gente normale, quando si arriva alla stazione di Bologna c’erano degli esaltati che ci gridavano ‘fascisti’ e ci buttavano addosso delle bottiglie di latte, per spregio dato che noi si aveva in treno bimbi che avevano bisogno di latte”.

Leggi la storia
https://evarutti.wixsite.com/website/post/esodo-dei-vellenich-da-pola-a-laterina-1956-e-il-pap%C3%A0-ucciso-in-barca-dai-titini

Il martirio di don Bonifacio e i frutti maturi della verità

75 anni fa il sacerdote istriano, beatificato nel 2008, veniva ucciso dai titini. La ricostruzione della sua morte e la ricerca del corpo sono diventati obiettivi condivisi tra italiani e croati.

Andreino, 16 anni, prese a noleggio una bici per arrivare in tempo alla canonica di don Libero Colomban, a Villanova, e supplicarlo di scappare subito: da gente della OZNA, la polizia segreta di Tito, aveva saputo che era pronta una lista di persone da far sparire e che i primi tre erano proprio don Libero, don Giuseppe Rocco parroco di Grisignana e don Francesco Bonifacio – il primo della lista – cappellano di Villa Gardossi. Era il 10 settembre 1946, la guerra era finita da un anno e mezzo, ma in Istria il terrore imposto dal nuovo regime comunista jugoslavo ammorbava l’aria peggio che in guerra, e pur di scampare all’accusa di “nemico del popolo”

Lucia Bellaspiga giovedì 21 ottobre 2021

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https://www.avvenire.it/agora/pagine/il-martirio-di-don-bonifacio-e-i-frutti-maturi-della-verit