Carta Adriatica cessa la pubblicazione di news

L’assenza di finanziamenti e l’impossibilità -da volontari- di gestire la mole di notizie, ci impediscono di continuare la nostra piccola realtà d’informazione. Ce ne scusiamo con gli utenti che -ne siamo certi- avranno altri canali da cui attingere le news di loro interesse.

Le Istituzioni ricordano Norma Cossetto

I messaggi di Meloni e Sangiuliano nell’80esimo del martirio della giovane istriana, torturata e infoibata dai partigiani di Tito.

LEGGI L’ARTICOLO

https://www.rainews.it/articoli/2023/10/foibe-giorgia-meloni-ricorda-norma-cossetto-a-80-anni-dalla-sua-morte-la-memoria-e-nostro-dovere-b9dc9990-e70c-4694-a32a-a5417034c331.html

Il dialetto fiumano tutelato dalla musica

Alla Comunità italiana di Fiume il musical che mantiene viva la tradizione linguistica.

LEGGI L’ARTICOLO

https://lavoce.hr/cultura-e-spettacoli/la-musica-a-tutela-del-dialetto-fiumano

Vandalizzato a Roma il Monumento all’Esodo

Colpito in maniera grave e per l’ennesima volta il più antico Monumento all’Esodo in Piazza Giuliani e Dalmati.

La reazione delle associazioni e delle istituzioni.

LEGGI L’ARTICOLO

https://www.ilgiornale.it/news/cronaca-locale/roma-vandali-colpiscono-monumento-allesodo-nel-quartiere-2211779.html

A Brescia in ottobre il Seminario nazionale per docenti sul Confine Orientale

Dal 2 al 4 ottobre la città lombarda ospiterà il XIV Seminario nazionale dal titolo: “Luoghi, date e simboli della memoria della Frontiera Adriatica”. E’ rivolto a dirigenti e a docenti delle scuole di ogni ordine e grado.

A carico dell’organizzazione sia il viaggio che la permanenza. I posti disponibili sono solo 50 e per iscriversi è necessario usare questo link https://forms.gle/u672DLthrt91R2n1A

LEGGI L’ARTICOLO

https://www.obiettivoscuola.it/formazione/le-vicende-del-confine-orientale-e-il-mondo-della-scuola-xiv-seminario-nazionale-luoghi-date-e-simboli-della-memoria-della-frontiera-adriatica-brescia-2-4-ottobre-2023-nota/

La BBC alla scoperta del dialetto fiumano

Puntata della troupe inglese alla Comunità italiana di Fiume per un reportage sul dialetto locale.

LEGGI L’ARTICOLO

https://lavoce.hr/cultura-e-spettacoli/la-bbc-alla-scoperta-del-dialetto-fiumano

Federico Guidotto, Melita e Selina Sciucca con l’équipe della BBC. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

La prima volta di italiani e croati insieme a Vergarolla

La commemorazione della strage del 1946 sulla spiaggia di Pola. Fu il più grave attentato della storia della Repubblica, con oltre cento morti.

LEGGI L’ARTICOLO

https://www.avvenire.it/attualita/pagine/pola-istria-vergarolla

Joe Bastianich prepara un film sui genitori in Istria

Lo chef (e ora anche cantante folk) vuole raccontare in un “documentario esistenziale” la vicenda della sua famiglia dall’Istria agli Stati Uniti.

LEGGI L’ARTICOLO

https://www.ilgiornale.it/news/bastianich-film-sui-genitori-istria-2188642.html

Ecco la trama del nuovo film RAI sull’esodo istriano

In programma nel palinsesto 2023/2024 si chiamerà LA ROSA DELL’ISTRIA

Liberamente ispirato al romanzo Chi ha paura dell’uomo nero? di Graziella Fiorentin, il tv movie con Andrea Pennacchi (diretto da Tiziana Aristarco), La rosa dell’Istria racconta il dramma dell’esodo istriano. Dopo l’annuncio alla radio del Maresciallo Badoglio, l’8 settembre del 1943, che dichiara la resa del Paese agli inglesi e agli americani, l’esercito italiano è allo sbando. La popolazione istriana resta priva di ogni difesa mentre il generale Tito e i suoi partigiani avanzano con le mire di pulizia etnica per annettere il territorio istriano alla Jugoslavia e i tedeschi si riorganizzano insieme alle milizie della Repubblica sociale. Al centro del racconto c’è la famiglia Braico, costretta ad abbandonare per sempre l’Istria e la loro casa.

La famiglia Braico, insieme ad altri compaesani, è costretta ad abbandonare per sempre la sua Istria e la sua casa.
Dopo una rocambolesca fuga in treno in cui suo fratello Niccolò sembra aver perso la vita e il suo primo amore Miran fugge deciso ad abbracciare la causa titina, Maddalena, straziata dal dolore, insieme alla sua famiglia trova ricovero presso gli zii in Friuli. Ma i Braico, come tanti istriani, sono profughi e, in quanto tali, considerati stranieri nella propria terra e accusati di portar via ai locali lavoro e pane. Affetti e i pochi beni abbandonati per una patria che non li vuole. Ma la vita riserva sempre sorprese: Maddalena conosce Leo, un ragazzo misterioso e affascinante. E con lui recupera briciole del suo passato felice. Amante dell’arte anche lui, convince Maddalena a riprendere a dipingere e la sprona a far sbocciare il suo talento. Ed è sempre con Leo che Maddalena per caso una sera guardando un cinegiornale riconoscerà suo fratello Niccolò in un servizio sui campi profughi. Denutrito, sofferente, ma ancora vivo. Una piccola storia, quella di Maddalena, capace però di raccontare il dolore e il coraggio di molti esuli nell’Italia di quegli anni.

Nella foto la regista del film Tiziana Aristarco

I vertici dello Stato ricordano il sacrificio del fiumano Andrea Millevoi a Mogadiscio. A Roma la commemorazione.

Nel trentesimo anniversario della Battaglia del “Pastificio” del 2 luglio 1993 in cui tre militari Andrea Millevoi, Stefano Paolicchi e Pasquale Baccaro del contingente di pace italiano persero la vita durante un cruento attacco, lo Stato italiano si è unito nel ricordo di questo sacrificio.

Nato a Roma nel 1972 da Elvio esule fiumano e dalla madre Antonietta D’Amico, Andrea Millevoi era nelle Forze Armate da un anno e mezzo. Martedì 4 luglio alle ore 18:00 in Roma si terrà una commemorazione presso il Cippo dei Caduti giuliano-dalmati sulla Via Laurentina al Quartiere degli Esuli e poi all’Archivio Museo storico di Fiume in Via Antonio Cippico. Saranno presenti i genitori di Andrea.

Il presidente Mattarella, in questa ricorrenza, si è così espresso. «Nella ricorrenza del trentesimo anniversario della Battaglia del “Pastificio”, rivolgo un deferente pensiero alla memoria dei tre soldati italiani, parte di un contingente delle Nazioni Unite, che persero la vita in terra somala, per contribuire a ripristinare la pace in un Paese stremato da anni di guerra civile, di carestia e di pestilenze.
In quel 2 luglio 1993, nel corso di una operazione di ricerca di armi nascoste da miliziani, soldati di leva operarono fianco a fianco con le forze speciali in un ambiente complesso e ostile, affrontando un soverchiante avversario con grande coraggio, meritando la concessione di quattro Medaglie d’Oro al Valor Militare per meriti individuali.
Nelle ore dei combattimenti si susseguirono innumerevoli atti di eroismo frutto di un alto senso dell’onore militare e del dovere, segnando una pagina di grande significato per il nostro Paese e l’intera Comunità internazionale.
Agli uomini impegnati nell’operazione la Repubblica guarda con ammirazione e rispetto e il loro atto eroico rimane esempio per tutti coloro che servono in armi l’Italia.
Con questi sentimenti, il Paese si stringe oggi ai familiari dei caduti e dei feriti con riconoscenza»
.

La Premier Meloni ha reso pubblico il suo comunicato: “Sono trascorsi trent’anni dalla tragica battaglia del ‘Checkpoint Pasta’ a Mogadiscio. Il 2 luglio 1993, miliziani somali attaccarono una colonna del contingente nazionale italiano impegnato nella missione condotta sotto egida ONU per garantire l’arrivo degli aiuti umanitari al popolo della Somalia, ridotto alla fame e alla sofferenza dalla lotta di potere tra fazioni tribali. Tre giovani e valorosi militari italiani – il Sottotenente Andrea Millevoi, il Sergente Maggiore Stefano Paolicchi e il Caporale Pasquale Baccaro – caddero vittime dell’attacco. Altri trentadue rimasero feriti, alcuni dei quali anche molto gravemente. Uno di loro, il Tenente Colonnello Gianfranco Paglia, perse l’uso delle gambe ma in questi anni non ha mai fatto venire meno il suo impegno per mantenere vivo il ricordo di quello che è successo e dei suoi commilitoni. Nel trentennale di quel tragico evento il Governo onora la memoria dei caduti e si stringe con affetto ai loro famigliari e ai loro cari. Oggi ribadiamo il nostro ringraziamento per tutti i militari che servono la Patria e le Istituzioni e tengono alto il Tricolore nel mondo, mettendo anche a rischio la propria vita nell’assolvimento del dovere e per contribuire a portare pace, sicurezza e stabilità negli scenari più complessi.”

Ignazio La Russa, Presidente del Senato: “In occasione del 30° anniversario della battaglia del ‘Checkpoint Pasta’ avvenuta a Mogadiscio il 3 luglio 1993, desidero rendere omaggio al sacrificio e al valore del contingente italiano che operando sotto l’egida dell’Onu venne attaccato dai miliziani somali. In quella battaglia tre nostri militari – il Sottotenente Andrea Millevoi, il Sergente Maggiore Stefano Paolicchi e il Caporale Pasquale Baccaro – persero la vita e oltre una trentina rimasero feriti, alcuni in modo molto grave. E’ nostro dovere tenere vivo il ricordo loro e dei tanti militari che nelle missioni internazionali di pace antepongono sempre la Patria e il bene altrui alla propria vita. A questi ragazzi e a queste ragazze in divisa va il mio deferente pensiero e la mia profonda e commossa gratitudine“.

Lorenzo Fontana, Presidente della Camera: “Desidero rendere il mio deferente omaggio alla memoria e al sacrificio dei militari italiani caduti il 2 luglio di trent’anni fa nella battaglia del ‘Checkpoint Pasta’ di Mogadiscio. Ricordiamo con riconoscenza e gratitudine il Sottotenente Andrea Millevoi, il Sergente Maggiore Stefano Paolicchi e il Caporale Pasquale Baccaro, che persero eroicamente la vita nel corso della missione condotta sotto l’egida dell’Onu per garantire l’arrivo degli aiuti umanitari al popolo della Somalia. Rinnovo ai familiari e ai nostri militari feriti le espressioni della più sentita solidarietà e vicinanza“.

Guido Crosetto, Ministro della Difesa alla Santa Messa Commemorativa: “Oggi ricordiamo i nostri Caduti a Mogadiscio del 2 luglio del 1993, un episodio che racconta il coraggio dei soldati italiani e della continuità con cui l’Italia si è sempre adoperata per aiutare Paesi amici, bisognosi di sicurezza, libertà, pace. Siamo qui per evitare che il ricordo svanisca, per onorare la memoria di quegli uomini. Ricordiamo con commozione, riconoscenza, rispetto il Sottotenente Andrea Millevoi, il Sergente Maggiore Stefano Paolicchi, il Caporale Pasquale Baccaro, insigniti di Medaglia d’Oro al Valor Militare, caduti eroicamente sul campo. Esprimiamo la nostra vicinanza a tutti coloro che, nonostante le gravi ferite riportate, sono ritornati in salvo alle loro famiglie e ai loro affetti, anche grazie all’eroismo di chi era al loro fianco. Persone come quelle che oggi ci onorano della loro presenza: il Ten. Col. Gianfranco Paglia, Medaglia d’Oro al Valor Militare; il Generale Paolo Riccò, medaglia d’Argento al valor Militare, allora al comando della XV Compagnia paracadutisti Diavoli Neri. La nostra sicurezza è frutto del loro coraggio e i nostri militari sono davvero fra i migliori ambasciatori dell’Italia nel mondo, dell’Italia migliore: ambasciatori di sicurezza e di libertà, perché senza sicurezza non c’è libertà.

La motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare concessa ad Andrea Millevoi, ripercorre quei tragici momenti: «Al S. Ten. c. cpl. ANDREA MILLEVOI, nato a Roma, il 4 Febbraio 1972.
“Comandante di plotone blindo pesanti “CENTAURO”, inquadrato nel contingente italiano inviato in Somalia nell’ambito dell’operazione umanitaria voluta dalle Nazioni Unite, partecipava con il 183° rgt. par. “NEMBO” al rastrellamento di un quartiere di Mogadiscio. Nel corso dei successivi combattimenti, proditoriamente provocati da miliziani somali, con perizia ed intelligenza concorreva, con le forze alle sue dipendenze, allo sganciamento di alcuni carri rimasti intrappolati nell’abitato.
Dopo avere scortato un mezzo adibito allo sgombero di alcuni militari feriti, si riportava nella zona del combattimento e, incurante dell’incessante fuoco nemico, coordinava l’azione dei propri uomini e contrastava personalmente, con l’armamento leggero di bordo, l’attacco nemico.
Per conferire più efficacia alla sua azione di fuoco, si sporgeva con l’intero busto fuori dal mezzo esponendosi al tiro di un cecchino che lo colpiva mortalmente.
Cadeva con le armi in pugno, offrendo un chiarissimo esempio di coraggio, determinazione, assoluto sprezzo del pericolo ed elevatissimo senso del dovere sublimato dal supremo sacrificio”.
Mogadiscio, 2 Luglio 1993»