Franco Vegliani, il confine concreto e morale

Franco Vegliani, già Sincovich, nacque a Trieste nel 1915 da famiglia originaria dell’isola di Veglia. Formatosi a Fiume negli anni Trenta del Novecento, conseguì la laurea nell’Università di Bologna ed esordì nel 1936 sulla rivista letteraria fiumana “Termini”, della cui redazione fece parte sino al 1938.

Tenente carrista in Africa Settentrionale durante il conflitto mondiale, fatto prigioniero dagli inglesi in Egitto, presso Geneifa, nel 1942 rientrò in Italia appena nel 1946. Nei lunghi anni trascorsi nel campo di detenzione Vegliani elaborò alcuni racconti nei quali è possibile rinvenire alcuni dei temi peculiari della sua poetica: la storia, il motivo costante della libertà e del confine storico e.interiore. Ma nel 2016 un inedito e considerevole testo venne alla luce: La città provvisoria –  la scoperta di un altro Vegliani, per così dire, – che anticipava perfettamente le alienazioni contemporanee, la massificazione del pensiero, la cieca obbedienza a miti di fumo.

Nel centenario della sua nascita la Società di Minerva di Trieste ha dedicato, il 10 dicembre 2015, una giornata di studi dal titolo «La frontiera e oltre», con interventi di Elvio Guagnini, Claudio Magris, Gino Pavan e Patrizia C. Hansen.
I contributi scientifici sono pubblicati nel volume LXXVI della Raccolta dell’ “Archeografo Triestino” edito dalla stessa Società di Minerva.

La città provvisoria – Cinque sensi editore in Lucca – Aprile 2016

Trieste: visita ai ricordi degli Esuli

Visita guidata ai Magazzino 18 e 26 presso il nuovo polo museale. Prossima data: giovedì 25 novembre ore 16.30

L’IRCI – Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata di Trieste informa della Terza visita guidata, gratuita e aperta al pubblico alla nuova sistemazione del Magazzino “18  e al Magazzino “26”  del primo nucleo museale nel costituendo nuovo civico museo della civiltà istriana fiumana dalmata nel quale sono conservate le masserizie degli esuli.

La  prenotazione per la visita è obbligatoria entro il giorno prima in quanto i posti sono limitati ad un massimo di 30 persone: Per informazioni contattare  il numero 040 639188 o inviando una mail (irci@iol.it). Il ritrovo per la visita posto davanti al “Magazzino 26” presso l’area museale. La visita verrà effettuata nel rispetto della normativa vigente (mascherina, distanziamento e green pass).

(nella foto una veduta dal mare del Magazzino 26)

La patria perduta – il libro di Elio Varutti

Questa pubblicata da Aska è senza dubbio una delle testimonianze più complete sulla drammatica vicenda Giuliano Dalmata che ha visto passare dal nostro centro di raccolta di Laterina migliaia di profughi che in poco tempo hanno dovuto abbandonare la propria casa, i propri affetti, la propria occupazione – afferma la sindaca di Laterina Simona Neri -. Il professor Varutti da sempre raccoglie e racconta con grande professionalità storie che sono diventate storia anche di Laterina grazie ai continui scambi commerciali, ma anche di relazioni, tra la nostra comunità ed il campo. […]

A perdere la patria, dopo la seconda guerra mondiale, si legge nella presentazione del volume, sono stati i cittadini italiani di Fiume, Pola e Zara e una parte di quelli di Gorizia e Trieste. Le loro terre, le loro case e i loro averi sono stati dati alla Jugoslavia a saldo dei danni della guerra voluta dal duce e dal re. In 350mila sono stati cacciati, o sono dovuti venir via con documenti regolari, per riversarsi nel resto d’Italia matrigna, con la paura delle foibe. Molti transitarono per i Centri raccolta profughi (Crp).

Leggi la presentazione integrale

https://www.arezzonotizie.it/eventi/cultura/presentazione-libro-profughi-venezia-giulia.html

Targa per Norma Cossetto nella giornata contro la violenza sulle donne

Stresa ricorda Norma Cossetto, giovane studentessa che nell’ottobre del ’43 perse la vita nella foiba di Villa Surani ad appena ventitré anniGiovedì 25 novembre, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, l’amministrazione del comune sul Lago Maggiore dedicherà alla Cossetto una targa commemorativa, come simbolo del brutale genocidio delle foibe, partecipando all’iniziativa proposta dal Comitato 10 Febbraio.

La commemorazione avrà luogo alle 10.30 al monumento della Vela davanti al giardino pubblico del lungolago, dove sarà benedetta la Targa con breve discorso celebrativo. 

A Martina Franca mostra sull’odissea di istriani, fiumani e dalmati

Una mostra sulle Foibe e sull’odissea di istriani, fiumani e dalmati

Dalle foibe ai campi profughi: l’odissea dei 350.000 istriani, fiumani e dalmati” è il tema della mostra inaugurata il 16 novembre alle 17 nel Palazzo Ducale di Martina Franca.

 – La mostra allestita nelle Sale D’Avalos ricalca puntualmente, anche se in forma ridotta, l’esposizione del Museo di Carattere Nazionale CRP di Padriciano, l’unico sito in Italia che illustra – nell’area del più grande campo profughi (per una superficie di 2,5 ettari) realizzato nel nostro paese per l’accoglienza delle migliaia di istriani, fiumani e dalmati in fuga dalla Venezia Giulia occupata prima ed annessa poi dalla Jugoslavia comunista – la difficile vita dei nostri connazionali profughi.

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https://www.valleditrianotizie.it/eventi-e-cultura/una-mostra-sulle-foibe-e-sullodissea-di-istriani-fiumani-e-dalmati/

Enrico Miletto racconta il Novecento di confine

Avrà luogo sabato prossimo 20 novembre a Torino e nel contempo segnerà la riapertura autunnale delle attività del Circolo culturale profughi e rimpatriati di via Parenzo, la presentazione del libro “Novecento di confine – L’Istria, le foibe, l’esodo”, di Enrico Miletto. L’evento, al quale interverrà l’autore, è a cura del Circolo e della sezione torinese dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. Enrico Miletto è docente in Storia contemporanea presso il Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere e Culture Moderne dell’Università di Torino, ricercatore all’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti”, membro della Fondazione Vera Nocentini e collaboratore dell’Isrsc Bi-Vc.

Autore di contributi in riviste e opere collettanee, ha pubblicato, tra gli altri: “Gli italiani di Tito. La Zona B del Territorio Libero di Trieste e l’emigrazione comunista in Jugoslavia 1947-1954 (2019)”; “Istria allo specchio. Storia e voci di una terra di confine” (2007); “Con il mare negli occhi. Storia, luoghi e memorie dell’esodo istriano a Torino” (2005). È inoltre curatore di “Senza più tornare. L’esodo istriano, fiumano e dalmata e gli esodi nell’Europa del Novecento” (2012), si occupa da tempo delle vicende legate al confine orientale d’Italia, con particolare riferimento all’esodo giuliano-dalmata.

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https://lavoce.hr/esuli-e-rimasti-la-voce-del-popolo/enrico-miletto-racconta-il-novecento-di-confine

Il 18 novembre vista al Magazzino 18 di Trieste

Il Civico Museo della civiltà istriana fiumana dalmata di Trieste rende nota la disponibilità al pubblico della terza visita guidata gratuita e aperta agli interessati, alla nuova sistemazione del “Magazzino 18”.— Le masserizie degli esuli sono invece riposte al magazzino “26” mentre sarà visibile il primo nucleo museale del costituendo nuovo civico museo della civiltà istriana fiumana dalmata

Per la visita al primo nucleo museale è richiesta la prenotazione obbligatoria entro il giorno prima in quanto i posti sono limitati ad un massimo di 30 persone, chiamando il numero 040.- 639188 o inviando una mail (irci@iol.it). Il ritrovo è davanti al Magazzino “26” presso l’area museale. La visita verrà effettuata nel rispetto della normativa vigente (mascherina, distanziamento e green pass).”

IRCI –Trieste – la visita guidata al “Magazzino18”e al Civico Museo della Civiltà istriana

GIOVEDÌ 18 NOVEMBRE alle ore 10.30

Il ritrovo è davanti al Magazzino “26” presso l’area museale.

L’archivio storico dell’Esodo nel progetto Lazio ‘900

Progetto Lazio ’900 – L’Archivio storico della Societa’ di Studi Fiumani in Roma incluso nel nuovo progetto culturale e memoriale che vuole essere una casa archivistica ospitale per gli Istituti di Roma e del Lazio impegnati nella valorizzazione del loro patrimonio documentario, come si legge nel testo di presentazione del progetto stesso.

L’Archivio storico della Societa’ di Studi Fiumani in Roma, già’ dichiarato il 20 febbraio 1987 dalla Soprintendenza archivistica del Lazio, con apposito documento (n. 103111), “di notevole interesse storico”, e quindi sottoposto alla disciplina di tutela prevista attualmente dal Codice dei beni culturali e del paesaggio, è riconosciuto anche dalla L. 92/2004 che istituisce la Giornata del Ricordo in memoria della tragedia delle foibe e dell’esodo dei giuliano-dalmati.

Il patrimonio archivistico

L’Archivio raccoglie materiale molto eterogeneo con particolare riferimento, ma non solo, alla città di Fiume. Vi sono custoditi tre archivi personali, quello di Riccardo Zanella, di Antonio Grossich e di Gian Proda. Molte sono le miscellanee create dai primi conservatori dell’archivio sulla base delle spontanee donazioni di esuli fiumani. Agli studiosi è garantito l’accesso ai fondi, molti dei quali sono stati ordinati. Alcuni fondi sono presenti nella piattaforma on-line Lazio ‘900, da cui sono agevolmente consultabili. L’archivio, in linea generale, è composto da fondi storici e fondi che vengono continuamente implementati grazie a donazioni e acquisizioni. I fondi storici. L’Archivio Museo storico (diretto da Marino Micich) si compone di una esposizione permanente al piano inferiore, e di un archivio, una biblioteca e un’emeroteca al piano superiore.

Ora, il Progetto Lazio’900 vuole essere una casa archivistica ospitale per gli istituti di Roma e del Lazio impegnati nella valorizzazione del loro patrimonio documentario.

La Società di studi fiumani, sorta a Fiume nel 1923 (oggi Rijeka in Croazia), fu ricostituita con il suo Archivio Museo Storico a Roma nel 1960, dopo l’esodo dei fiumani avvenuto in seguito all’occupazione jugoslava della città nel 1945.
La Società cura la conservazione e la valorizzazione di cimeli, documenti archivistici, libri, fotografie, carte geografiche e opere d’arte (prevalentemente quadri di artisti fiumani dal 1700 ai giorni nostri) relativi ai territori giuliano-dalmati ceduti dall’Italia alla Jugoslavia dopo la seconda guerra mondiale, promuove la ricerca storica, organizza seminari di studio, convegni, corsi di aggiornamento per docenti, mostre e conferenze nelle scuole di ogni ordine e grado. 

LEGGI I CONTENUTI DEL PROGETTO https://www.lazio900.it/istituto/societa-di-studi-fiumani/

10 novembre 1975. Italia e Jugoslavia firmano il trattato di Osimo

Il 10 novembre 1975, l’Italia e l’allora Jugoslavia firmarono il trattato di Osimo. Un trattato che in sostanza sancì lo stato di separazione territoriale venutosi a creare nel Territorio Libero di Trieste a seguito del Memorandum di Londra del 1954. In tal modo furono rese definitive le frontiere tra il nostro Paese e la Jugoslavia.

LEGGI UNICUSANO MAGAZINE https://www.tag24.it/279790-accadde-oggi-10-novembre-1975-italia-e-jugoslavia-firmano-il-trattato-di-osimo/

Fiume, 2 Novembre – Siamo ancora qui.

Il 2 novembre è stata celebrata la Messa a cura della comunità italiani di Fiume, Società di studi Fiumani di Roma e l’Ass.ne fiumani italiani nel mondo – Lcfe in suffragio dei soldati italiani e dei legionari ivi sepolti.  Il Consolato generale d’Italia a Fiume ha ringraziato per l’iniziativa.

Lo stesso 2 novembre si è tenuto il ricevimento del nuovo sindaco di Fiume, Marko Filipovic, che ha accolto le delegazioni dell’Ass.ne Fiumani italiani nel mondo – lcfe di Padova, della Società di Studi Fiumani di Roma e della Comunità italiana di Fiume. (vedi foto)

A cura di Marino Micich