Fu Gabriele D’Annunzio a definire Fiume “città di passione”, inserendola nella narrazione revanscista della “vittoria mutilata” del primo dopoguerra. In realtà Fiume fu una “città di passione” ben al di là del momento dannunziano, perché la città quarnerina è stato il topos in cui si concentrarono alcune delle dinamiche tragiche della lunga contemporaneità dell’Europa di mezzo: conflitti nazionali che misero in crisi le appartenenze di antico regime; passaggio di una città plurale come la Fiume asburgica da un impero plurinazionale a degli “Stati per la nazione”, prima l’Italia e poi la Jugoslavia socialista […]
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