Nella tranquilla baia Sepen a Castelmuschio (Omišalj), sull’isola di Veglia (Krk), immerso nella macchia mediterranea e lontano da occhi indiscreti, sorge un antichissimo sito archeologico: Mirine-Fulfinum. Un’autentica perla di duemila anni, risalente ai tempi dell’Impero romano, che nella mente dell’osservatore fa riaffiorare centurioni, patrizi, bottegai, artigiani, medici, commercianti e ancelle in scene di vita quotidiana. Un luogo ancora sconosciuto ai più, ma la cui storia vale la pena essere raccontata.
Castelmuschio, i resti della chiesa paleocristiana eretta nella prima metà del V secolo (foto «La voce del Popolo»)
“Mirine-Fulfinum è un complesso archeologico costituito da più siti che possono essere osservati sia nel loro insieme che singolarmente – spiega l’archeologa originaria proprio di Castelmuschio –. La città di Fulfinum venne fondata nella prima metà del I secolo dopo Cristo, molto probabilmente come porto dell’antica città di Castelmuschio, che invece sorgeva sulle colline circostanti. Fulfinum fu una città romana a tutti gli effetti, tant’è che ricevette lo status di municipium.
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