Conclusa nell’ambito del Municipio IX della Capitale l’attuazione del progetto «Famiglia–Ricordo» inserito nel programma di valorizzazione storico-culturale del nucleo storico del Quartiere Giuliano Dalmata – «Un Museo Diffuso» (Febbraio 2020) e terminata il 30 dicembre 2020 la posa della tabella QR–code di valorizzazione turistica del comprensorio il Quartiere Giuliano – Dalmata è ufficialmente inserito tra le mete turistiche e culturali di Roma.
Ma — informa Marino Micich, direttore dell’Archivio Storico di Fiume in Roma che in prima persona e con le associazioni degli esuli giuliani ha curato e seguito i lavori — «Un risultato storico e politico di grande interesse — è stato determinato dall’importante e recente Risoluzione IX n. 21/2020 dello stesso Municipio approvata all’unanimità dai 21 consiglieri nella seduta del 15 dicembre scorso, che nell’ambito della valorizzazione storico-culturale del Quartiere Giuliano Dalmata di Roma ha stabilito di collocarvi una Panchina tricolore «in ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo Giuliano Dalmata vittime del Comunismo Jugoslavo e delle vittime del nazifascismo» con una targa in memoria di Norma Cossetto. «per ricordare Norma Cossetto e tutte le vittime civili delle dittature (comunista jugoslava, nazista e fascista) nelle terre giuliane e dalmate».
Dopo un’ampia discussione e l‘intervento diretto di Marino Micich e di Oliviero Zoia fattisi interpreti dei pareri dell’«Associazione per la Cultura Fiumana Istriana Dalmata nel Lazio», l’«Archivio Museo storico di Fiume — Società di Studi Fiumani, il «Comitato Anvgd» di Roma, il «Giuliano Dalmata nel Cuore» e l’«A.S. Giuliana», accettando l’emendamento proveniente dal gruppo del PD, che proponeva non solo di ricordare a Trieste, in Istria, a Fiume e in Dalmazia le vittime del comunismo jugoslavo ma anche le vittime civili causate dallo schieramento nazifascista (periodo 1943-1947). Nella seduta Marino Micich ha sottolineato che «per le associazioni del Coordinamento di valorizzazione del Nucleo storico del Quartiere Giuliano-Dalmata, è sembrato giusto ricordare senza distinzioni politiche di parte tutte le vittime civili o dei militarizzati uccisi senza umana giustizia e dignitosa sepoltura. Perché la nostra gente non solo si è battuta per mantenere l’italianità dell’Istria, ma una parte ha partecipato anche alla lotta antifascista. I morti istriani, fiumani o dalmati italiani figurano non solo nelle foibe o nei campi di concentramento jugoslavi, ma anche durante i rastrellamenti e rappresaglie fasciste, nella risiera di San Sabba e nei campi di concentramento nazisti. Ricordarli tutti è un atto doveroso e che rende giustizia alla storia complessa del nostro Confine.
(Fotografia Abitarearoma.it)
(Fonte Società di Studi Fiumani)