Quella bimba con la valigia ora prega per i piccoli ucraini
La foto simbolo dell’Esodo giuliano-dalmata vive ancora nei ricordi della sua protagonista.
La storia di un dramma nel racconto fotografato da Il Giornale.
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La foto simbolo dell’Esodo giuliano-dalmata vive ancora nei ricordi della sua protagonista.
La storia di un dramma nel racconto fotografato da Il Giornale.
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Per i festeggiamenti dei 1600 anni della città lagunare.
Ma non certo solo per questo, come ha sottolineato il sindaco di Venezia. I legami storici tra l’istriana Rovigno e Venezia sono ben più antichi.
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https://lavoce.hr/cronaca/cronaca-istriana/a-rovigno-il-premio-della-citta-di-venezia
Il seggio degli italiani a Lubiana viene confermato.
Felice Ziza è stato eletto per la seconda volta al parlamento sloveno, nel seggio che spetta di diritto alla minoranza italiana.
Per molti anni prima di lui era toccato a Maurizio Tremul, sconfitto anche a questa tornata, ma che resta presidente dell’Unione Italiana, l’associazione della comunità degli italiani in Slovenia.
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Nella data della ricorrenza che per gli Esuli giuliano-dalmati segna “l’inizio della fine”, vogliamo ricordare il dolore delle anime strappate alla loro terra o per essa sacrificate.
Nelle struggenti parole di Bepi Nider (Rovigno 1914, Roma 1992) il senso più profondo di questa realtà vissuta da oltre 350.000 italiani.
NO DIMENTICHEMO di Bepi Nider
Va per el ciel, de qua e de là girando,
un tochetin de luna
e, tra le frasche,
fis’ceta un rusignol ‘na serenada.
S’colto in silenzio e guardo,
posà sula finestra,
le stele lusigar nel scuro
mar de la note
e col pensier ghe mando
al tochetin de luna
‘na preghiera:
“Quando doman, in viagio,
ti rivarà sul mio paese,
carezime, te prego,
la cesa, el campanil,
la mia caseta.
Fermite un momentin,
solo un momento,
sora le tombe
del vecio cimitero e
basa una per una
le lapide e le crose
e dighe ai Morti, dighe
luna, te prego,
che no dimentichemo.“
Per saperne di più su Bepi Nider
Ha fatto qualcosa ma si può fare di più. Questo in sintesi il rimprovero giunto dal Consiglio d’Europa sul bilinguismo in Croazia.
Le amministrazioni locali stentano nell’applicazione e talvolta si mettono letteralmente di traverso.
Le considerazioni degli Esuli e degli esperti.
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Nella città friulana una serie di eventi musicali dedicati all’Istria e alla sua evoluzione musicale nei vari periodi storici che l’hanno attraversata.
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https://www.ilfriuli.it/articolo/spettacoli/istria-musica-di-confine-a-pordenone/7/264724
Oltre a Trieste, crociere che portano a Zara, Spalato, Ragusa di Dalmazia e Cattaro.
Costa Crociere nel 2022 investe in Adriatico e porta la Costa Deliziosa e la Costa Luminosa a percorrere itinerari che mettono in risalto le località dalmate.
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https://www.triesteprima.it/economia/costa-crociere-trieste-2022.html
Nella foto la Costa Deliziosa
Si terrà venerdì 22 aprile nell’Aula Magna del Liceo Azuni di Sassari il seminario nazionale organizzato dal Ministero dell’Istruzione per i docenti su “Le vicende del confine orientale e il mondo della scuola”.
E’ un appuntamento ormai annuale e itinerante, con l’intento di permeare quella diffidenza che spesso i docenti hanno nei confronti di temi come le Foibe e l’Esodo giuliano-dalmata. Una metodologia istituzionale, quindi, a seguito della legge istitutiva del Giorno del Ricordo.
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Nella foto il liceo sede del seminario
Parenzo, Rovigno, Montona, Visinada, Pola, Capodistria e tante altre località in cui la Pasqua è raffigurata nelle opere che l’arte e l’archeologia ci propongono e che vengono sottolineati da La Voce del Popolo in un intervista allo storico dell’arte e archeologo Marino Baldini.
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https://lavoce.hr/reportage/la-pasqua-nellarte-e-nellarcheologia-istriane
Venerdì 15 aprile 2022 alle 21:30 su RaiNews24 andrà in onda il programma d’inchiesta Spotlight, dedicato questa settimana alla prima strage della Repubblica Italiana, quella della spiaggia di Vergarolla a Pola, con 65 vittime accertate ma in realtà molte di più.
Il deposito di mine saltò in aria una domenica d’estate di grande affollamento al mare, straziando decine di corpi resi spesso irriconoscibili.
Per quanto nessuno sia stato condannato, gli indizi, le evidenze e le rivelazioni portarono verso gli apparati jugoslavi che volevano così convincere i polesani a lasciare la città in mano alle milizie di Tito, sradicandone l’italianità.
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