“Giusto ricordare -nell’attuale crisi Russo-Ucraina- la dolorosa vicenda degli esuli giuliano-dalmati“. Lo sottolinea sentitamente Marino Micich, direttore dell’Archivio-Museo storico di Fiume in Roma, che nell’occasione porge inoltre i complimenti a Matteo Carnieletto (nuovo direttore de “Il Dalmata”) per il suo contributo di informazione e di verità con la recente conferenza “Dieci anni di guerra: dalla Siria all’Ucraina”.
“Ritengo molto pertinente l’accostamento di questi drammi bellici odierni con la vicenda dei giuliano-dalmati, asserisce Micich, quei 300.000 – 350.000 che dopo secoli di storia e permanenza autoctona in Istria, a Fiume e in Dalmazia sono stati travolti, ma non completamente cancellati, dall’ideologia totalitaria comunista. I nazionalismi -prosegue Micich- quando strumentalizzano il legittimo sentimento di amore di Patria portano guerra e sopraffazione”.
“La storia ce lo ha insegnato, bisogna costruire una nuova solidarietà tra popoli europei, ma senza le pesanti derive ideologiche totalitarie. Di qualunque colore esse siano, le dittature esse rimangono tali. Ogni giuliano-dalmata che si consideri democratico e libero, istintivamente si discosta dal simbolo della Zeta utilizzato dalla propaganda russa, perché pur essendo fermamente contrario all’eredità del nazismo, vede in questo simbolo utilizzato da Putin una strumentalizzazione ingiusta, un’etichetta di infamia incollata al popolo ucraino, solo per giustificare un atto di aggressione unilaterale. Putin e le sue Zeta ricordano, a chi conosce la storia molto da vicino, anche i comunisti jugoslavi di Tito e quelli italiani, che per decenni hanno definito e continuano tuttora a definire “fascista” il popolo giuliano-dalmata, per nascondere i crimini di ogni genere commessi in nome del comunismo e della fratellanza tra i popoli“.
“Fa dispiacere il discutibile esempio della Zeta del disonore a Zagarolo, nei pressi di Roma, con la sede del “PCI Monti Prenestini-Nettunense” che utilizza la Zeta di Putin per ricordare un avvenimento storico molto importante. Vediamo aprirsi la strada di una nuova strumentalizzazione ai danni della verità storica. Se il comunismo sovietico ha contribuito a sconfiggere il nazismo e il fascismo, esso ha poi costruito un nuovo sistema totalitario causando milioni di morti e abolendo ogni libertà critica di pensiero con la pena di morte e le deportazioni nei lager siberiani. Possibile che il PCI di Zagarolo non mediti a dovere cosa sta succedendo? La storia va conosciuta tutta prima di assumere anacronistiche e dannose posizioni di parte. Putin non è nemmeno più comunista nel senso storico della parola, ma un russo che fonda il suo operato sull’imperialismo degli zar“.
“Le Foibe istriane, riempite di cadaveri dai comunisti di Tito durante e dopo la Seconda guerra mondiale, sono un esempio, un monito a noi molto vicino che ci invita a riflettere anche su queste pagine di storia. Riflettere e ponderare attentamente e con spirito democratico per costruire una via alternativa alla guerra quale soluzione dei problemi tra i popoli e i sistemi politici internazionali. La Zeta è un marchio di infamia che almeno in Italia non vogliamo vedere, recando sicuramente disdegno a chi lo utilizza e non a chi lo subisce. Affrontare la crisi russo-ucraina con questi argomenti, conclude Micich, porta solo confusione e sgomento“.
10 anni fa il Triangolare del Ricordo
/0 Commenti/in Memorie, Turismo e Sport /da NevenAddio a Don Pietro Primieri, esule istriano e missionario in Kenya
/0 Commenti/in Comunità, Memorie /da NevenNato a Buie d’Istria nel 1940, esule seminarista a Trieste, era rientrato nel capoluogo giuliano nel 2019 dopo mezzo secolo passato in Kenya.
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https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/addio-a-don-primieri-49-anni-da-fidei-donum-in-kenya
Fiume: presto i cartelli bilingui all’ingresso in città
/0 Commenti/in Comunità, Cultura e Tradizioni, Luoghi, Turismo e Sport /da NevenPrevisto da anni, il progetto dei cartelli bilingui sta per andare in porto, con gran ritardo rispetto alle previsioni.
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https://italofonia.info/fiume-arriveranno-i-cartelli-bilingui-allingresso-della-citta/?fbclid=IwAR1cDJwGgQFwZ_X521aMSqHd-40LtlglYyf3guxLy3UHfEovcTRDpGoheXU
Gaberscek presenta a Torino tutti i film girati in Istria
/0 Commenti/in Cultura e Tradizioni, Gusti, profumi e paesaggi, Libri e Autori, Luoghi /da NevenUna gigantesca opera di ricostruzione storica porta Gaberscek al Salone del Libro di Torino, per presentare il suo “Istria, i luoghi del cinema” in cui sono analizzati tutti i 168 film girati in Istria in un secolo di produzione cinematografica.
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https://www.ilfriuli.it/articolo/cultura/-istria—i-luoghi-del-cinema–al-salone-del-libro-di-torino/6/266288
Nella foto Mastroianni nel film “La ragazza della salina” (1957)
Prorogata a giugno la mostra su D’Annunzio all’IRCI di Trieste
/0 Commenti/in Arte e Storia, Memorie /da NevenL’Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata di Trieste (IRCI) comunica la proroga della mostra su Gabriele D’Annunzio fino al 19 giugno, grazie al vasto successo di partecipazione da parte del pubblico.
Nelle sale di Via Torino 8 gli orari di apertura rimangono invariati: 10.30 – 12.30 e 16.30 – 18.30, dal lunedì al venerdì.
Il percorso dannunziano proposto dall’IRCI avrà un momento di incontro con il pubblico martedì 24 maggio alle ore 17.30, sempre presso il museo in via Torino 8, con la presentazione del libro di Harukichi Shimoi, Un samurai a Fiume, curato da Guido Andrea Pautasso.
LEGGI TUTTI I DETTAGLI http://www.imagazine.it/eventi/40714
Zara: torna alla luce l’acquedotto di Traiano
/0 Commenti/in Arte e Storia /da NevenNei pressi di Zara, l’antica Iadera, durante i lavori di ampliamento della zona industriale, gli scavi hanno fatto riemergere quello che dovrebbe essere un acquedotto risalente all’epoca dell’imperatore Traiano, tra il 98 e il 117 d.C.
I lavori sono stati bloccati ed è in corso l’analisi della struttura.
LEGGI L’ANTEPRIMA DELL’ARTICOLO SU “IL PICCOLO”
https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2022/05/17/news/torna-alla-luce-vicino-a-zara-l-acquedotto-di-traiano-1.41446621
LEGGI L’ARTICOLO SULLA STAMPA CROATA
https://zadarski.slobodnadalmacija.hr/zadar/4-kantuna/u-gazenici-je-pronaden-najduzi-komad-trajanovog-akvadukta-kroz-njega-je-prije-2000-godina-voda-iz-40-km-udaljenog-vranskog-jezera-dolazila-u-zadar-1193099
Costa slovena: gli insegnanti di italiano si incontrano a Capodistria
/1 Commento/in Comunità, Cultura e Tradizioni /da NevenLa Lingua italiana nei territori bilingui sloveni è un patrimonio da conservare e sviluppare puntando sulla qualità.
Per questo si sono riuniti a convegno a Capodistria gli insegnanti di italiano che operano nelle scuole slovene.
Hanno partecipato anche le autorità slovene che, pur di fronte ad un bilinguismo non completamente attuato, sembrano appoggiare le azioni di promozione della nostra lingua.
LEGGI L’ARTICOLO
https://lavoce.hr/cronaca/capodistriano/litaliano-nelle-scuole-puntare-sulla-qualita
Micich: la Zeta della vergogna e i giuliano-dalmati
/0 Commenti/in Arte e Storia, Nostri servizi, Partners culturali /da Neven“Giusto ricordare -nell’attuale crisi Russo-Ucraina- la dolorosa vicenda degli esuli giuliano-dalmati“. Lo sottolinea sentitamente Marino Micich, direttore dell’Archivio-Museo storico di Fiume in Roma, che nell’occasione porge inoltre i complimenti a Matteo Carnieletto (nuovo direttore de “Il Dalmata”) per il suo contributo di informazione e di verità con la recente conferenza “Dieci anni di guerra: dalla Siria all’Ucraina”.
“Ritengo molto pertinente l’accostamento di questi drammi bellici odierni con la vicenda dei giuliano-dalmati, asserisce Micich, quei 300.000 – 350.000 che dopo secoli di storia e permanenza autoctona in Istria, a Fiume e in Dalmazia sono stati travolti, ma non completamente cancellati, dall’ideologia totalitaria comunista. I nazionalismi -prosegue Micich- quando strumentalizzano il legittimo sentimento di amore di Patria portano guerra e sopraffazione”.
“La storia ce lo ha insegnato, bisogna costruire una nuova solidarietà tra popoli europei, ma senza le pesanti derive ideologiche totalitarie. Di qualunque colore esse siano, le dittature esse rimangono tali. Ogni giuliano-dalmata che si consideri democratico e libero, istintivamente si discosta dal simbolo della Zeta utilizzato dalla propaganda russa, perché pur essendo fermamente contrario all’eredità del nazismo, vede in questo simbolo utilizzato da Putin una strumentalizzazione ingiusta, un’etichetta di infamia incollata al popolo ucraino, solo per giustificare un atto di aggressione unilaterale. Putin e le sue Zeta ricordano, a chi conosce la storia molto da vicino, anche i comunisti jugoslavi di Tito e quelli italiani, che per decenni hanno definito e continuano tuttora a definire “fascista” il popolo giuliano-dalmata, per nascondere i crimini di ogni genere commessi in nome del comunismo e della fratellanza tra i popoli“.
“Fa dispiacere il discutibile esempio della Zeta del disonore a Zagarolo, nei pressi di Roma, con la sede del “PCI Monti Prenestini-Nettunense” che utilizza la Zeta di Putin per ricordare un avvenimento storico molto importante. Vediamo aprirsi la strada di una nuova strumentalizzazione ai danni della verità storica. Se il comunismo sovietico ha contribuito a sconfiggere il nazismo e il fascismo, esso ha poi costruito un nuovo sistema totalitario causando milioni di morti e abolendo ogni libertà critica di pensiero con la pena di morte e le deportazioni nei lager siberiani. Possibile che il PCI di Zagarolo non mediti a dovere cosa sta succedendo? La storia va conosciuta tutta prima di assumere anacronistiche e dannose posizioni di parte. Putin non è nemmeno più comunista nel senso storico della parola, ma un russo che fonda il suo operato sull’imperialismo degli zar“.
“Le Foibe istriane, riempite di cadaveri dai comunisti di Tito durante e dopo la Seconda guerra mondiale, sono un esempio, un monito a noi molto vicino che ci invita a riflettere anche su queste pagine di storia. Riflettere e ponderare attentamente e con spirito democratico per costruire una via alternativa alla guerra quale soluzione dei problemi tra i popoli e i sistemi politici internazionali. La Zeta è un marchio di infamia che almeno in Italia non vogliamo vedere, recando sicuramente disdegno a chi lo utilizza e non a chi lo subisce. Affrontare la crisi russo-ucraina con questi argomenti, conclude Micich, porta solo confusione e sgomento“.
Lucca: accoglieva i profughi giuliano-dalmati, ora è uno spazio espositivo
/0 Commenti/in Arte e Storia, Luoghi, Memorie /da NevenLo Spazio Cavallerizza di Lucca ha una lunga storia che parte dai primi dell’800 e che passa anche per l’accoglienza ai profughi istriani, fiumani e dalmati alla fine della seconda guerra mondiale. Ora, ristrutturato, è diventato uno spazio espositivo per mostre temporanee.
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https://www.lanazione.it/lucca/cronaca/realizzato-nell800-poi-per-profughi-istriani-e-palestra-1.7664802
Pola. Torna l’operetta italiana al Teatro Nazionale Istriano
/0 Commenti/in Arte e Storia, Comunità /da NevenDopo il Covid, a Pola “La serva padrona” di Pergolesi riapre le porte del Teatro con gli studenti delle classi terza, quarta e quinta dell’Accademia di musica. La prima il 14 maggio.
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https://lavoce.hr/cultura-e-spettacoli/pola-loperetta-fa-ritorno-al-teatro-nazionale-istriano
(nella foto l’edificio che ospita il teatro)
Revocata dal Comune di Milano la presentazione del libro di Zecchi sull’Esodo istriano
/0 Commenti/in Libri e Autori, Memorie /da NevenIl Consiglio comunale di Milano ha revocato l’autorizzazione all’evento che prevedeva la presentazione del libro a fumetti di Stefano Zecchi sull’Esodo da Pola, già previsto per il 13 maggio.
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https://www.askanews.it/cronaca/2022/05/11/comune-di-milano-revoca-autorizzazione-a-evento-su-esodo-istriano-pn_20220511_00232/