Da noi si dà ormai per scontato, in Croazia molto meno.
In occasione di una cerimonia a Pola, il presidente della Repubblica di Croazia, Zoran Milanovic, ha dichiarato testualmente (fonte La Voce del Popolo):
“L’Istria non era esclusivamente uno spazio etnico croato, e a maggior ragione non lo era Pola: a Pola i croati erano in minoranza. Bisogna essere sinceri con noi stessi, affinché si possa esigere l’onestà dagli altri, bisogna ammettere che in questa città una popolazione è subentrata a un’altra, cosa che oggi si definirebbe diversamente e non dico come. In questo luogo si è verificato un qualcosa che all’epoca si considerava normale e che oggi sarebbe definita come una catastrofe umanitaria. Decine di migliaia di persone hanno lasciato la propria terra, i partigiani si sono ritirati, sono arrivati gli anglo-americani e ci sono rimasti fino al 1954, fino al Memorandum di Londra. Questa è la realtà. Dobbiamo confessarlo se vogliamo esigere dagli altri onestà e moralità. Per questo motivo amo venire a Pola e assistere a una comunione di etnie e a un’assenza di complessi che invece proliferano nel resto della Croazia: in questo luogo si è consapevoli del propri limiti e per questo si è anche disposti a lasciar correre per costruire un mondo migliore”