La campagna social per il centenario del Milite Ignoto

Un video originale, foto d’epoca inedite e cartoline commemorative per ricordare l’evento

Al via la campagna social per il centenario della traslazione della salma al Vittoriano

“Quel viaggio fu importante in un paese lacerato dalla guerra, dalla povertà, dai morti. Unì l’Italia e costruì un sentimento di unità nazionale, cosa di cui abbiamo bisogno anche oggi. Recuperare il senso di unità nazionale, in cui ci si sente uniti intorno a valori comuni, è importante anche per affrontare il futuro”. Così il Ministro della Cultura, Dario Franceschini, in occasione dell’arrivo alla Stazione Termini del treno rievocativo del viaggio del Milite Ignoto verso la Capitale.

Proprio per ricordare quel sentimento, a due giorni dal centenario della traslazione del Milite Ignoto al monumento del Vittoriano, il Ministero della Cultura insieme al Ministero della Difesa danno il via a una campagna social realizzata con le importanti testimonianze d’archivio e fotografiche conservate all’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano.

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https://cultura.gov.it/militeignoto

Addio a Iginio Udovicich, autore di “Leggende Istriane”

Si è spento a Sesto Fiorentino, Iginio Udovicich, nato a Pola nel 1929, autore del volume “Leggende istriane”, edito da Apice Libri nel 2014. Studiò prima nella sua città natale e in seguito a Gorizia. Conseguita la maturità scientifica emigrò in Canada, dove visse per quindici anni. Rientrato in Italia scelse di vivere a Firenze. Nonno di sei nipoti, fu assiduo collaboratore dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e scrisse spesso anche sul giornale degli esuli “L’Arena di Pola”.

In “Leggende istriane” che è il seguito di “Storie e leggende istriane”, ristampa della tesi di laurea discussa da Maria Secacich, docente di italiano, latino e greco all’Università cattolica di Milano nell’anno accademico 1938-1939 della quale lui era pronipote e allievo (edito dal Libero Comune di Pola), Iginio Udovicich raccolse le leggende più significative dell’Istria, che affondano le loro radici nell’anima dei suoi abitanti; spaccati di una vita semplice, ma dura e faticosa, condizionata da una natura ostile e da un territorio impervio e poco ospitale, come racconta la leggenda della formazione del Carso: 

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4 Novembre. Lo storico: Memoria dovuta per conservare il futuro dell’Italia

Bruno Crevato-Selvaggi  – Società Dalmata di Storia Patria, il costante ricordo dei Caduti che hanno reso libera L’Italia. Le considerazioni di uno storico dalmato: Per cortese concessione

103 anni fa terminava la Grande Guerra, che l’Esercito italiano, “inferiore per numero e per mezzi, aveva condotta ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, mentre il secolare nemico austriaco “risaliva in rotta e senza speranza le valli che aveva disceso con orgogliosa sicurezza”.

Terminava la vicenda storica del Risorgimento e si compiva l’Unità nazionale con il ricongiungimento alla Patria della Venezia Tridentina, della Venezia Giulia e della Dalmazia.

Oggi più che mai, nella temperie storica dell’unità europea, pur nello spirito dei tempi nuovi, è doveroso ricordare quegli eventi tragicissimi e nobilissimi, dove l’intero popolo italiano con anche i volontari irredenti – e ricordo mio nonno Bruno, nato a Buie d’Istria, volontario nell’esercito italiano, e mia nonna Maria, nata a Rovigno d’Istria, internata in un campo di concentramento austriaco ove attendeva la liberazione della propria terra – diede miglior prova di sé. ricordare commossi i 700.000 caduti italiani su tutti i fronti e nelle acque del Mediterraneo e d’altri mari; e ricordare ancora commossi quelle terre italiane che, rivendicate in perpetuità alla Patria  nel 1918, furono avulse dal loro naturale nesso geografico, etnico, storico e culturale nel 1947.

Quest’anno, poi, prosegue Bruno Crevato-Selvaggi   –  è anche il centenario del Milite ignoto, di cui voglio ricordare la motivazione per la medaglia d’oro al valor militare: “Degno erede di una stirpe di prodi e di una millenaria civiltà, resistette inflessibile nelle trincee più contese, prodigò il suo coraggio nelle più cruente battaglie e cadde combattendo senz’altro premio sperare che la vittoria e la grandezza della patria’

Confine orientale: seminario online per docenti

Seminario di formazione online per docenti – Il Confine orientale nel Novecento: dai contrasti nazionali a frontiera “aperta europea”

Parte a Novembre nei giorni 11 e 19 il Seminario di formazione on line per docenti sul tema “Il confine orientale nel 900 dai contrasti nazionali “aperta europea” organizzato da ANVGD di Bologna, Unione Cattolica Insegnanti Dirigenti Educatori e Culture di confine. In collaborazione con Societa’ di Studi fiumani – Archivio – Museo di Fiume.

Patrocinio dell’Ufficio scolastico Regionale Emilia Romagna e del Ministero dell’Istruzione. Sin da ora sono 110 i docenti iscritti.

 Interventi e relazioni Giuseppe De Vergottini, Luca Alessandrini, Gianni Oliva, Gianni Stelli , Marino Micich.

È richiesta la compilazione di un form online a questo link https://tinyurl.com/corsoanvgd entro il 5 novembre.Il programma completo è scaricabile dal sito: www.uciimbologna.org

L’Esodo degli Sponza da Rovigno

La testimonianza dell’Esodo istriano degli Sponza: Rovigno, Trieste, Udine, Laterina e Torino, 1951 

“Mio papà Antonio, nato a Rovigno nel 1911, ga provà a restar sotto Tito fin al 1951 – ha detto Gabriele Sponza – dopo no iera più possibile, lui era un falegname senza tessere di partito, ma là no iera più possibile, me contava”. Così, con regolare passaporto n. 26.806 “rilasciato per il solo viaggio di rimpatrio” dal Consolato italiano di Zagabria il 13 settembre 1951 la famiglia Sponza inizia l’esodo passando il confine a Sesana ed entrando nel Territorio Libero di Trieste (TLT).

Continua a leggere la storia tramite questo link

https://eliovarutti.blogspot.com/2021/10/esodo-istriano-degli-sponza-rovigno.html?fbclid=IwAR0f8hE-S99YuCw_jKmK9VXO4CeBZen2pIz_K5K6cN-lo8XyQm6of9S5gpY

A Bologna giornata di studio sul confine orientale

Società Dalmata di Storia Patria – Giornata di studio sul confine orientale d’Italia dall’epoca romana al trattato di Osimo.

Il confine orientale d’Italia dall’epoca romana al Trattato di Osimo, tra realtà e ideologia

Avra’ luogo il prossimo 5 novembre 2021 a Bologna presso il Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Alma Mater Studiorum e nell’Aula Marco Celio – via Zamboni 38, Bologna – il Seminario che mira ad approfondire un tema di grande interesse per il dibattito contemporaneo, almeno a partire dalla disgregazione della Jugoslavia, ma che ha radici molto profonde, fin dalle necessità militari e strategiche dell’Impero Romano. Gli interventi vogliono analizzare lo sviluppo diacronico del confine, nella sua determinazione in rapporto alle esigenze politico-economiche, alle tecniche militari, alla riflessione scientifica e alla cultura delle diverse epoche

Ristampato lo stradario di Fiume del ‘700

Piazze, Vie, Calli e Moli dal Settecento, rinascono oggi i luoghi della Città adriatica.

La Società di Studi Fiumani informa che, nonostante la penalizzazione dei fondi, l’Archivio Storico di Fiume ha recentemente ristampato lo Stradario fiumano realizzato dal sig. Massimo Superina.

Per richederne una copia scrivere a marino.micich@virgilio.it

(nell’immagine da cliccare la piu’ antica stampa della città di Fiume)

Da Pola la nave dell’Imperatore

“Per Sua Maestà. Storia di una nave e dei suoi equipaggi”. L’IRCI – Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata informa che la presentazione del libro di Pio Baissero si terrà a Trieste venerdì 5 novembre 2021, alle ore 18.00, presso l’IRCI/Museo Istriano di Via Torino, 8. La presentazione in collaborazione con l’Accademia Europeista del Friuli Venezia Giulia e con il Circolo di Cultura Istro-Veneta Istria (ed. Luglio Editore). Modererà l’incontro il giornalista de Il Piccolo Alex Pessotto. (ed. Luglio Editore)

L’esistenza della nave da guerra di Sua Maestà l’Imperatore d’Austria, l’incrociatore-torpediniere Zenta viene scandita, fin dal momento del suo varo avvenuto all’arsenale militare di Pola nell’estate del 1897, da vicende assai significative, anche se per molti del tutto sconosciute. Si tratta di vicende che possono accendere l’interesse di chi ama la storia e il mare perché riguardano aspetti della vita di bordo di equipaggi in rotta verso continenti lontani. Esse si riferiscono pure a missioni che possono sembrare impossibili e pertanto quanto mai intriganti. I marinai, molti dei quali provenienti dalla costa adriatica, erano portati dall’altra parte del mondo e dovevano misurarsi in situazioni di estremo pericolo che esigevano coraggio, disciplina e spirito di adattamento.

La presentazione si avvale dellacollaborazione con l’Accademia Europeista del Friuli Venezia Giulia e con il Circolo di Cultura Istro-veneta “Istria”. Parteciperà anche il Capitano di Marina Cesare Balzi.

Modererà l’incontro il giornalista Alex Pessotto.

Ciani: gli Esuli giuliano-dalmati come Ulisse e Itaca

Docente di Storia della Tradizione Classica, insigne grecista, curatrice di numerose prestigiose edizioni di testi classici, Maria Grazia Ciani è nata in Istria, a Gallesano, da cui è esule dal 1945. Autrice nel 2006 del libro “Storia di Argo” (Marsilio Editori – Venezia) la scrittrice ritorna alla bellezza dei suoi luoghi e ai dolorosi temi dell’Esilio e della peregrinazione verso un’Itaca inesistente. Nel travagliato viaggio e nella nostalgia di Ulisse, Ciani ha riconosciuto il dolore e l’immagine dell’Esule, e l’insensatezza della Storia. Libro di rarissima finezza e intenso pensiero, la studiosa istriana esplora l’impossibilità del ritorno nella patria abbandonata, che si rivela essere una condizione perenne dell’anima, così come un dramma della Storia.

MARIA GRAZIA CIANI : TORNARE  A ITACA – UNA LETTURA DELL’Odissea – Carocci  Editore – edizione 2021 – pp.104

L’esodo dei Vellenich da Pola a Laterina e il papà ucciso in barca dai titini

Certi istriani hanno vissuto le principali tragedie dell’esodo giuliano dalmata e solo adesso le raccontano, rompendo così i silenzi culturali e politici. La storia ricompare invece ai nostri giorni nelle preziose memorie degli esuli istriani raccolte dal meritevole sito https://evarutti.wixsite.com/website che ne ricompone le tragiche vicende e il  civile, composto contegno nelle dure circostanze dell’esilio.

Siamo partiti da Pola in treno nel 1956, con le opzioni, assieme ad altri italiani – ha detto Silva Vellenich– eravamo mia madre, Giovanna Radman, mia sorella Grazia e mio fratello Mario, non eravamo fascisti, si era gente normale, quando si arriva alla stazione di Bologna c’erano degli esaltati che ci gridavano ‘fascisti’ e ci buttavano addosso delle bottiglie di latte, per spregio dato che noi si aveva in treno bimbi che avevano bisogno di latte”.

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https://evarutti.wixsite.com/website/post/esodo-dei-vellenich-da-pola-a-laterina-1956-e-il-pap%C3%A0-ucciso-in-barca-dai-titini