Tutta la nobile storia dell’Istria nei secoli rivive negli «Atti» e «Memorie» dei suoi studiosi e attraversa i tempi. Dopo 100 anni dalla sua istituzione, guidata dal Prof. Giuseppe Cuscito la Società collabora ai nostri giorni con studiosi italiani e d’oltre confine per richiamare alla memoria i grandi passaggi della storia. Nostro servizio
Il cibo in Istria dalle origini all’età moderna
Il lungo viaggio dei vetri istriani nella seconda guerra mondiale
Nel volume degli «Atti» e «Memorie» pubblicato nel 2018¯ la ricerca storica della Società Istriana entra nelle abitudini alimentari delle popolazioni istriane e negli usi comuni del vetro sin dall’età romana per studiare gli usi attinenti alla presentazione e conservazione del cibo stesso. Ne tratta Alka Starac nel saggio di apertura, Piatti e coppe dalla collezione romana del museo archeologico dell’Istria di Pola ma in parte inediti. Alcuni, chiarisce la studiosa, fanno parte della raccolta che riuniva i reperti dal Quarnero con le isole di Cherso e Lussino, altri, precisa, hanno fatto un “viaggio” lungo e complicato negli anni immediatamente successivi alla Seconda guerra mondiale e sono giunti a Pola senza dati sicuri su sito e modalità di ritrovamento. Ma per fortuna l’accurato studio archeologico restituisce a molti dei manufatti rinvenuti l‘identità di ciascuno e con ciò permette, attraverso i vetri e le coppe sopravvissute, di conoscere i gusti e i costumi delle comunità istriane dall’età antica al Medioevo, fino all’Ottocento.
A tavola con le Benedettine è invece un’accurata indagine sull’ex Convento di San Teodoro di Pola, dalle cui evidenze l’autrice Tatjana Bradara ricava dati significativi per apprenderne la vita al suo interno e gli usi quotidiani relativi ai vasellani e alle stoviglie delle quali la provenienza risultava giungere nella maggior parte da botteghe attive in Veneto, Emila Romagna e Marche, nonché a Venezia, Treviso e Padova in un lungo lasso di tempo, dal XIII al xv.
Antonii de Ville, Descriptio portus et urbis Polae, 1633
Non meno interessanti sono le ricerche dedicate al sale, elemento essenziale a quei tempi per la conservazione delle carni e del pesce, un capitolo, questo che ci consente di scoprire quanto ne fossero interessati gruppi di mercanti toscani che avevano deciso di investire a Trieste parte dei guadagni ricavati dalle loro attività creditizie e per questo giunsero fino a Pago, di fronte alla costa dalmata. Ma il volume contiene una cospicua serie di argomenti inediti ed anche curiosi per il lettore profano, come I luoghi del cibo, La cucina, Le feste, a cura di Daniela Durissini, tra le cui specialità si leggono le fritole, i marzapani, i brodetti e chi più ne ha più ne legga in queste splendide pagine.
A Carlo Nicotra si devono invece gli studi sui metodi di conservazione dei cibi di prima necessità, nel capitolo La pietra e il pane, conservazione e protezione dei beni alimentari a Trieste e in Istria, che vede citate le architetture in pietra nel Carso i cui modelli dovevano rispondere alla natura del territorio e alle esigenze delle lavorazioni agricole. Un volume, questo, da leggere con paziente attenzione e passione, per cogliere i lunghi e molteplici percorsi storici che hanno plasmato l’Istria nei secoli nelle relazioni con la sponda occidentale dell’Adriatico.